Scala dei Turchi e Capo Rossello: gioielli da preservare

La Scala dei Turchi, splendido promontorio costituito da depositi di calcare marino formati dai gusci delle globigerine. Questo sito, a partire dal 1969, è stato oggetto di ogni brutalità. Attorno ad esso costruzioni che hanno scempiato il paesaggio, riempimenti costieri che hanno sepolto vasti tratti di mesolitorale caratterizzati da una grande diversità genetica. E poi il serrato e costante calpestio della superficie della Scala da parte di centinaia di migliaia di individui che ha significato una importante abrasione e il livellamento in più punti.

É irrinunciabile e non negoziabile la necessità di intervenire vietando in maniera draconiana e a tempo indeterminato l’accesso alla Scala. Questo non solo per tutelarla dall’abrasione, ma per proteggere anche la fauna che trova in essa ricovero: dal falco pellegrino al corvo imperiale, dal gheppio alla avifauna migratoria. E poi occorre anche tutelarla paesaggisticamente.

La Scala va ammirata dalle terrazze panoramiche ,dalla sottostante spiaggia e dal mare e non più calpestata .Mi sembra opportuno citare l’impegno di MareAmico e LegaAmbiente teso a tutelare il promontorio con dei validi progetti di conservazione che, si spera quanto prima, renderanno giustizia a questo luogo fiabesco.

Capo Rossello riveste una grande importanza dal punto di vista geologico, paleontologico e paesaggistico. Nel 1970 la nave ”Glomar Challenger”dell’Università della California effettuò una campagna di ricerche nel Mar Mediterraneo, i geologi a bordo della nave campionarono carote contenenti gesso, anidrite, salgemma e altri minerali evaporitici che si formano spesso dal prosciugamento di acqua marina.

Queste furono le prime solide prove dell’antico essiccamento del Mar Mediterraneo. In quel tempo remoto esisteva un esteso ponte fra l’Africa e la costa occidentale della Sicilia, un ponte fatto non da solide rocce emerse ma da vaste paludi, banchi di sabbia, spiagge; attraverso questo corridoio le popolazioni preistoriche africane entrarono in Sicilia. Lungo il crinale che culmina nel faro fra il 1969 e il 1975 furono violate e depredate antiche sepolture e sulla superficie della sottostante scarpata a quei tempi erano rinvenibili cocci di ceramica preistorica e strumenti litici. L’intera area è estremamente ricca di fossili. Purtroppo la baia di Capo Rossello è stata scempiata in maniera ripugnante da una edilizia di rapina, si è costruito praticamente in mare