I segreti della Rupe

Dal 1972 mi reco costantemente sulla Rupe Atenea per censire e studiare la ricca fauna. Questa formidabile muraglia di roccia sedimentaria che ha un’età compresa fra 2.800.000 e 1.300.000 anni è molto ricca di fossili. Uno degli aspetti più belli è il colore arancione e giallo oro delle rocce quando il sole del mattino le illumina.

La sommità della stessa è a forte pendio ed è colonizzata da una gariga essenzialmente costituita da palma nana, ferula, scilla, asfodelo, iris, anemone stella, euforbia e da due essenze profumatissime: il timo e la ruta. Nel territorio della Rupe vivono svariate decine di specie animali: dalla volpe all’istrice, dal riccio al topo quercino, dal coniglio selvatico alla donnola. Fra le specie ornitiche molte specie di rapaci quali poiane, falchi ,aquile barbagianni, civette e assioli. E poi il passero solitario e il corvo imperiale.

Durante i passi migratori ci si imbatte in stormi di falchi pecchiaioli ,cicogne e persino gru intenti a raggiungere le loro mete. Questi grandi migratori non si fermano, altri invece si, come le upupe e i gruccioni. Culbianchi e gufi di palude (questi ultimi rarissimi ) rimangono in zona pochissimo qualche giorno unitamente agli altrettanto rari rigogoli. Il territorio ospita anche antichissime vestigia del primo periodo della colonizzazione.

Purtroppo la Rupe è assolutamente abbandonata ed ha molte emergenze ambientali da affrontare quali: l’assoluto degrado del vecchio ”tirasegno” colmo di ogni genere di rifiuti di metallo, plastica ,vetro, ceramica e amianto. E poi l’abbandono dei rifiuti lungo le stradelle spartifuoco che tagliano la sottostante fascia boschiva.

Dalla Rupe è possibile vedere anche l’isola di Pantelleria: in certi giorni e a determinate condizioni, si vedono nitidamente le due antenne situate lungo il fronte settentrionale dell’isola, la quale da qui sembra ancora più vicina alla Sicilia e dà idea di quanto vicina sia anche l’Africa.