Videogiochi: quando la rete si trasforma in ragnatela per i ragazzi

Un momento per staccare la spina, distrarsi un po’, misurare le proprie abilità scandite in una manciata di secondi e perché no, un modo per valutare anche il grado di pazienza di cui si è in possesso. E così che i videogiochi catturano i giocatori tra una partita e un’altra. Si inizia per curiosità ma poi il rischio è quello di lasciarsi prendere troppo la mano. Se si conclude una partita con la vittoria si è spinti dalla voglia di replicarla impiegando un tempo minore. Se si perde si è portati invece a confrontarsi con una nuova possibilità e via facendo finché non si arriva al successo. In un modo o nell’altro, quando ci si lascia prendere troppo la mano il rischio è quello di cadere nel baratro della dipendenza da videogiochi. Occorre dunque stabilire dei parametri entro i quali riuscire a mantenersi per evitare il rischio di trasformare un momento di svago in un vero e proprio guaio per la salute mentale. Un rischio che purtroppo travolge numerosi giovani. Sono oltre 300mila in Italia gli adolescenti che nel corso di una sola settimana passano circa 80 ore davanti ai games. Una vera e propria dipendenza che logora la capacità di pensiero e di relazione. I ragazzi sono talmente presi dalle sfide che non hanno altro pensiero se non quello di portare al termine la loro “missione”. Il videogioco si trasforma quindi in una sorta di vita reale che prende il sopravvento su quella vera. Tutto perde di importanza al di fuori di quel contesto animato. Ma come capire quando si è di fronte ad un caso di dipendenza? Gli esperti fanno alcuni esempi:

  • Irritabilità quando non si è nelle possibilità di giocare
  • Ansia accompagnata da sbalzi d’umore
  • Bugie  dette ai familiari sul tempo impiegato a giocare
  • Isolamento dagli altri per passare più tempo coi games
  • Sensazione di stanchezza nel fare le cose
  • Emicrania dovuta alla forte concentrazione
  • Occhi affaticati
  • Insonnia

A questi sintomi si aggiunge anche un basso rendimento scolastico perché le proprie energie e il proprio tempo vengono impiegati tra un gioco e un altro. Senza dubbio, gli esperti del settore sono concordi nel precisare che i videogiochi usati con moderazione possono favorire le capacità cognitive dei ragazzi. Ma appunto bisogna non esagerare. E allora cosa fare di fronte a un problema di dipendenza?

Sicuramente non intervenire in maniera brusca imponendo all’adolescente coinvolto di smettere di giocare da un giorno all’altro. Bisogna affidarsi ad uno psicoterapeuta che in base al caso specifico cercherà di utilizzare le modalità più opportune. I consigli che valgono in modo generale sono quelli di avvicinare i ragazzi alle attività sportive, soprattutto all’aperto, assieme ai coetanei. Far praticare loro attività stimolanti ed educative come quelle creative e artistiche. Rimane fondamentale il dialogo tra genitori e figli. Si è sempre troppo impegnati per fermarsi, parlare, ascoltare e questo è uno dei principali elementi che scatenano l’insorgere di molti problemi.