17 febbraio 2022, l’inizio del conto alla rovescia verso la guerra

Il prossimo 24 febbraio verrà ricordato il primo anniversario dall’inizio della guerra. Sembra quasi superfluo specificare quale guerra, perché Ucraina da un anno a questa parte è sinonimo di conflitto. Quando si pensa a una guerra, si pensa inevitabilmente all’Ucraina. Anche se, purtroppo, di confronti armati in giro per il mondo ce ne sono almeno una cinquantina.

La guerra però è iniziata una settimana prima. Era il 17 febbraio 2022 quando, tra gli addetti ai lavori, sono spariti purtroppo anche gli ultimi dubbi: non era più tempo di chiedersi se si era o meno vicino a un conflitto, ma di domandarsi quando sarebbero iniziate le operazioni militari.

Personalmente ricordo che a partire dal 17 febbraio, le giornate lavorative hanno iniziato ad allungarsi e a farsi sempre più frenetiche. Occorreva aggiornare il numero di ambasciate chiuse a Kiev, il numero di connazionali che provavano a rientrare in patria, il numero di comunicati stampa e note diplomatiche dai toni sempre più aspri. E poi c’erano quelle sensazioni riportate a pelle, e quindi in modo ancora più diretto e spontaneo, dei colleghi che si trovavano nel Donbass. “Qui ci si prepara al conflitto”, era la frase più pronunciata nei vocali su Whatsapp o nelle conversazioni telefoniche.

La storia ha quindi subito un’accelerazione a partire da esattamente un anno fa. Il motivo che ha fatto pienamente comprendere un veloce scivolamento nella spirale della guerra, ha riguardato la dichiarazione di emergenza da parte degli allora governi separatisti di Donetsk e Lugansk. Sui media russi, ancora raggiungibili, in quel 17 febbraio sono stati diffusi video di macchine in fila a Donetsk per evacuare la città, con il sottofondo delle sirene antiaeree.

Non era più quindi tempo di considerare il Donbass come una guerra a bassa intensità iniziata nel 2014. Si stava andando verso qualcosa di diverso. Verso un confronto vero e proprio, verso quello che poi ha preso le sembianze dell’invasione russa dell’Ucraina. La cosa paradossale è che da nessuna parte ci si rendeva conto di quanto stava accadendo in quelle ore. Il 17 febbraio in occidente si aprivano i telegiornali sulle tensioni nel Donbass, ma per il resto non c’era una forte percezione dell’imminente scoppio della guerra. Quel giorno in Italia, accendendo una comunissima autoradio durante il tragitto per casa, si trasmettevano i recenti successi di Sanremo. A Kharkiv, città ucraina più esposta al primo fronte di guerra, nei centri commerciali c’erano ancora gli addobbi di San Valentino. E a Mosca la vita proseguiva tranquilla, le manovre militari erano lontane diversi chilometri dagli occhi degli abitanti della capitale russa.

La macchina bellica si era però attivata. Pochi giorni dopo, il 21 febbraio, Putin è apparso in televisione per chiarire che la Russia aveva riconosciuto le due repubbliche separatiste. Il 24 febbraio le prime bombe su Kiev e sulle principali città ucraine. Un anno dopo, siamo ancora qui a commentare il conflitto.